1, 2, 3: TRASFORMAZIONE!
Quello che prima era un limite ora è una risorsa. La trasformazione.
Come lavoro facilito il cambiamento nelle persone e nei team, ma più che cambiare si tratta di trasformare quello che non funziona in qualcosa che funziona.
La nostra struttura caratteriale non si può cambiare. Le nostre passioni e le nostre fissazioni cognitive restano le stesse, ma quando ne diventiamo consapevoli possiamo trasformarle in comportamenti e atteggiamenti più funzionali.
Da bambini ci siamo adattati all’ambiente esterno come meglio potevamo, con le risorse allora disponibili. Abbiamo imparato a funzionare in quel modo lì, e spesso da adulti continuiamo a funzionare nello stesso modo, senza rendercene conto, con il pilota automatico.
Arriva un momento in cui ci troviamo in difficoltà, dove le cose sembrano non funzionare più.
Possiamo scegliere di dare la colpa agli altri, di auto boicottarci, oppure possiamo guardare la realtà.
1. Osservare la realtà, diventare consapevoli di quello che non funziona è il primo passo.
2. Accettare che quello è l’unico modo che fino ad oggi conosciamo è il secondo passo.
3. Ora siamo pronti per la trasformazione.
Ti racconto qualcosa di mio, di vero e vissuto sperando possa risuonarti e ispirarti. Un racconto dove mi svelo per quella che sono, consapevole dei miei limiti e delle mie risorse. Metto a disposizione la mia esperienza personale come puro esempio di come un limite, quando visto e accettato, possa trasformarsi in risorsa.
Funziona anche per i miei clienti, ma non mi piace molto raccontare i loro percorsi, anche cambiando nome e modificando la storia mi sembra di violare la loro privacy.
Ho un carattere frizzante, mi piace parlare e parlo tanto.
Adoro studiare, collegare i punti, creare connessioni tra gli argomenti. Sono curiosa e sempre alla ricerca della verità. Quando vengo a conoscenza di una nuova teoria, per integrarla e impararla la racconto agli altri. Cerco il confronto, ma se sono la sola ad aver studiato quell’argomento tendo desiderare che lo conosca anche tu, ovvero ti influenzo più che posso affinché tu ti possa appassionare di quello che interessa a me. Non lo faccio per manipolarti, sono davvero convinta che quello che ho studiato e che mi ha cambiato prospettiva possa esserti utile.
Quando non mi accorgo subito che all’altro non interessa divento davvero fastidiosa! Il problema si pone quando sono talmente presa dall’argomento che l’altro proprio non lo vedo.
Consapevole del mio limite, all’inizio del mio tirocinio ero spaventata, temevo di non lasciare spazio ai clienti, avevo paura di parlare troppo, di dare troppe spiegazioni teoriche.
Un giorno, durante una seduta del mio percorso di crescita personale, ho lavorato sull’integrazione della mia parte bambina, una bambina che allora non chiacchierava molto, ma preferiva stare nel suo mondo. Un mondo fatto di creatività, di fantasia, di intuito.
Ho notato che più integro la mia bambina più sono spontanea, vera, e non ho bisogno di tante parole. Quando la mia parte adulta è centrata mi concedo di lasciare spazio alla piccola, silenziosa ed intuitiva Marina, con tutta la sua dolcezza e sensibilità.
Questa modalità mi permette di lavorare ad un livello più “terra a terra”, dove i clienti si affidano in una dimensione diversa, meno cognitiva, di gioco, ma di gioco serio, anzi, serissimo!
Oggi questa parte rappresenta una preziosa risorsa.
Provo gratitudine per la mia famiglia di origine, mi hanno sempre lasciata giocare, sbagliare, sporcare, arrabbiarmi. Così ho sviluppato la creatività, oggi preziosa risorsa.