Bianca: la sua visione del mondo attraverso i suoi “disegnini con le dita”

Non credo di poter definire un istante in cui è nata questa passione, credo di ritrovarla ogni giorno in tutto quello che vedo e che faccio.

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BAO: Qual é la tua arte? Che cosa vuole comunicare e trasmettere?

BIANCA: La mia arte non è altro che il mio modo di vedere il mondo.
Faccio fatica a crederci davvero, eppure non posso fare altrimenti.

Non mi sono mai soffermata molto su cosa volessi dire, bensì su cosa volessi mostrare.
Credo che fondamentalmente il mio sia un lavoro di sintesi, da un immagine completa vado a togliere e togliere finché non ne resta l’essenziale, che poi è quello che mi è rimasto, che mi porto dentro. Spesso mi rendo conto che in quel che ne esce c’è molto più di quel che credevo di voler dire, come se l’atto di creare mi insegnasse qualcosa di me e del mio modo di vedere le cose.

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BAO: Raccontaci episodi che riguardando il passato legati alla tua passione e alla tua arte.

BIANCA: Ho sempre avuto un’ indole creativa e fin da bambina sono stata incentivata ad approfondirla. Mia mamma fa la restauratrice, è un amante dell’arte e mi ha cresciuto ad affreschi e chiese romaniche. Non che sul momento la ringraziassi, ma col senno di poi mi ha insegnato tanto. Mi porto dentro tanti piccoli episodi che hanno cambiato la mia visione delle cose; i restauri di mia madre, il suo studio saturo di trementina, una copia de “La grande onda” di Hokusai appesa in bagno, le opere di Matisse, la mostra sull’espressionismo tedesco a Genova, il quadro di mia nonna in corridoio, i trucchi per disegnare bene i fiori alle elementari, la matita 2B temperata con il taglierino, il museo su Munch in Norvegia, la mostra su Rousseau a Venezia, i laboratori di incisione in Accademia.

Non credo di poter definire un istante in cui è nata questa passione, credo di ritrovarla ogni giorno in tutto quello che vedo e che faccio, sicuramente mette le sue radici in una casa piena di piccole cose che mi hanno insegnato ad osservare.

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BAO: Come nasce il tuo processo creativo, da cosa sei ispirata?

BIANCA: Il mio processo creativo si innesca nei momenti di tensione. Quando sono sovraccarica mi metto a disegnare, spesso non troppo convinta, ed è subito come se mi liberassi di un peso. I lavori a cui tengo di più sono nati dopo momenti di stallo, di fatica, anche un po’ di tristezza, ma mi hanno dato tantissimo.

BAO: Quali sono le difficoltà che incontri oggi nel far conoscere la tua arte? Di cosa avresti

bisogno?

BIANCA: La prima difficoltà che incontro nel far conoscere i miei lavori sono sicuramente io, dopodiché possiamo anche dire che viviamo in un mondo molto competitivo. Il mondo dei social, purtroppo o per fortuna, da visibilità a migliaia di contenuti e molto spesso è difficile riuscire ad emergere. Sarebbe bello se si creasse una rete più solida, in cui lo scambio di idee e lavori non

si basa solo sul numero di followers ma sulla voglia di condividere punti di vista diversi.

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BAO: Che rapporto pensi abbia l’autenticità nella creazione artistica? Come la vivi nel tuo processo creativo?

BIANCA: Per quanto mi riguarda credo che l’autenticità debba stare al centro della creazione artistica, la ricerca di un proprio stile, di una propria visione, è l’unico modo per avere una voce forte e riuscire a esprimere veramente qualcosa. Parlando del mio lavoro non credo di essere arrivata a quel punto, probabilmente non ci arriverò mai. Credo che sia una continua ricerca che funge proprio da motore della propria autenticità.

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