Hai ragione, forse ho dato per scontato il fatto che tu sappia cosa ti piace.
Soprattutto durante i percorsi individuali, mi rendo conto di quanto non sia immediata la risposta alla domanda: “Cosa ti piace? Cosa ti fa star bene?”
Conoscere se stessi vuol dire comprendere come funzioniamo, e alla base del nostro funzionamento c’è il principio PIACERE/ DOLORE.
Di fronte ad una scelta:
- scelgo la cosa che più mi piace, che mi fa stare meglio;
- scelgo la cosa che mi fa stare meno peggio, il male minore.
Ci hai mai fatto caso? Hai mai fatto caso se sono di più le cose che sai che ti fanno stare bene, e quindi ne vai alla ricerca, o se invece eviti semplicemente di complicarti la vita?
Sono proprio due movimenti distinti:
- vado verso il PIACERE;
- vado via dal DOLORE.
Non c’è giusto o sbagliato, ed ognuno di noi ha un movimento principale che va in automatico fino a quando non ce ne accorgiamo.
Da buon SETTE Conservativo, carattere godereccio, mi muovo verso il piacere.
In tanti mi dicono: “per te sembra facile sapere cosa vuoi!”
Si, è vero, vado naturalmente verso il PIACERE, ed il PIACERE, nella giusta misura mi fa stare bene e funzionare. Sottolineo “nella giusta misura”.
“IL PIACERE” è un bellissimo libro scritto da Alexander Lowen, padre della Bioenergetica.
Ho letto questo testo per la prima volta otto anni fa: scelto semplicemente perché incuriosita dal titolo, lo portai con me in un’isola della Croazia. Lo leggevo ogni giorno, con la gioia di leggere che qualcuno anni prima avesse potuto scrivere cosi’ tante cose vere e semplici; concetti da assimilare bene, da integrare, sempre che si voglia una vita viva con libero accesso alla gioia e al PIACERE. Una vita creativa!
Proprio perché egosintonico, temevo di esprimermi troppo banalmente sul tema del PIACERE. Un argomento troppo in linea con la mia struttura caratteriale, in perenne ricerca del piacere. Ad ogni pagina prendevo coraggio nell’esprimere un parere consapevolmente soggettivo, così lo lessi una seconda volta durante il mio percorso di formazione triennale in Counseling. La terza lettura avvenne in un grande momento di impasse, di cambiamento, un anno in cui ho conosciuto momenti di DOLORE, di regressione, di frustrazione accompagnati dalla scoperta dell’amore, di sentimenti molto semplici, innocenti, dalla gioia, alla curiosità alla fantasia. Il DOLORE che avevo cercato di evitare per tutto quel tempo era li, davanti a me, e questa volta scelsi di non evitarlo.
Avevo già sentito dire che finché non sei disposto a soffrire non puoi provare sentimenti più elevati, ma mi son sempre difesa bene dalla parola “DOLORE”, giustificando e razionalizzando tutto.
In pratica non sentivo nulla, non sentivo le tensioni, tantomeno le emozioni e non mi ascoltavo. Molto resistente alla stanchezza portavo avanti il lavoro divertendomi, senza sosta.
Per divertirmi avevo sempre bisogno di esagerare, un po’ sicuramente legato all’eta’ 25-30 anni, un po’ per la paura di sentire il vuoto.
La cosa che non mi era affatto chiara allora era il principio PIACERE-DOLORE.
A tanto “up” corrisponde tanto “down”. Quindi i “down” mi spaventavano, non ero io a controllarli come sapevo controllare benissimo l’aumentare dello stato di eccitazione.
La scarica diventava un movimento sgraziato, o di rabbia incontrollabile.
Mi divertivo nel breve termine ma non c’era ritmo, grazia, naturalezza.
Solo con la scoperta del cuore e con un lento riavvio al sistema sensoriale posso dirmi oggi soddisfatta di sentire anche il DOLORE, e mi permetto un’affermazione da SETTE: “che PIACERE che mi da!!!” Sento ora le due polarità integrate.
Quando sono in contatto con la mia essenza, con la gioia, sto bene. Sono le piccole cose a farmi stare bene, come la birra la sera quando da caldo, un tuffo nell’acqua fresca e pulita, un giro in bici con l’aria in faccia, giocare con i cani, ridere, colorare, camminare in montagna, leggere, mangiare un gelato buono, vedere la mia casa pulita, bere il caffè della moca.
Il mio elenco potrebbe continuare per molte pagine, ma quello che mi interessa ora è aiutarti a trovare quello che piace a te. A te da solo o da sola. Le cose che ti piacciono che non dipendono da nessun altro, che non tolgono nulla agli altri, ma che danno PIACERE a te. Partiamo da qualcosa di semplice, di piccolo. “Andare in vacanza in un’isola deserta un mese” non vale, cosi come non vale “vedere i miei figli felici” o in generale godere della felicità altrui.
Prenditi un minuto ogni giorno, e scrivi almeno 3 cose che ti piacciono.
Condividere le piccole cose che ci fanno stare bene potrebbe dare il via ad un grande movimento di supporto verso una naturale e sana vita in contatto con il PIACERE!
Se preferisci condividere in privato, sono qui.