Cripe, la sua arte e il legame indissolubile con l’autenticità.

Abbiamo intervistato Cripe, il primo artista a far parte della collaborazione con Bao “Tutta la gustosità di oggi”.  Tra passato e presente, da cosa nasce la sua passione, la sua ispirazione e le difficoltà che incontra.

BAO: Come definiresti la tua arte?  Che vuole comunicare e trasmettere?

Cripe: La mia arte è totalmente introspettiva, è la materializzazione degli stati del mio spirito.

Lo scopo è quello di rappresentare ciò che il mio essere percepisce dal perenne incrocio del visibile con l’invisibile. La spasmodica ricerca delle verità per quanto possa essere relativa. Creare opere significa percorrere un ponte tra i due mondi e poter raccontare ciò che credo di aver appreso da questo viaggio.
Credo fortemente nella coesistenza di mondi su lunghezze di spirito diverse, il mio compito è quello di esplorarli.
Per questo le mie opere sono per lo più tratti semplici, in bianco e nero, la purezza dell’emozione è un passo fondamentale per comprendere l’insieme.
Arte è creare ciò che non esiste.

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BAO: Se ci sono, che difficoltà incontri oggi nel far conoscere la tua arte?  Di cosa avresti bisogno?

Cripe: La difficoltà che incontro oggi nel far conoscere la mia arte è per lo più da ricondurre alla mancanza di spazi in cui poter esporre le mie opere e avere totale libertà di poter rappresentare lo spazio come meglio credo.
Penso che non sempre le immagini costruite per poter essere pubblicate sui social trasmettano limpidamente tutto quello creato.
Servirebbe a mio parere far entrare in contatto le persone con arte reale, in carne ed ossa, il social ha creato vuoto e distacco per quanto riguarda l’empatia provata verso ogni forma artistica.

Avere la possibilità di raccontare la propria storia senza nessun tipo di filtro, potendo dare capire alle persone che il mondo non è vuoto, esistono milioni di piccole realtà da poter essere raccontate ed esplorate.
Dare la possibilità di esplorare piccoli mondi che altrimenti non si avrebbe la possibilità di esplorare.

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BAO: Com’è nata la tua passione?

Cripe: Tutto nasce nel 2016 con l’inizio di un percorso con il quale ho dovuto esplorare me stesso nella totalità più assoluta, per poter cercare risposte nelle motivazioni dell’atto carnale e spirituale della morte; poter comprendere che un individuo possa o meno decidere di vivere o morire.

Nel 2019 ho partecipato a un seminario organizzato dal MAI (Marina Abramović Institute), allo scopo di pulire totalmente corpo e spirito per poter focalizzare al meglio quello che nel percorso sopra citato avevo raggiunto.

La purezza dell’emozione in assenza di cibo e stimoli esterni, è stata la chiave per la comprensione di moltissimi quesiti.

Dai 3 anni di ricerca è nato l’impellente bisogno di esternare tutto quello che la mia mente e il mio spirito creavano; da qui ho iniziato a produrre opere come valvola di sfogo per quesiti molto più grandi della mia carne. Estremamente insopportabili e pesanti da poter sostenere.

È nato tutto molto naturalmente, stavo tornando a casa da lavoro e mi ha assalito l’estremo bisogno di esternare in qualsiasi modo l’esigenza di raccontare quello che negli anni avevo appreso, ma il materiale era talmente tanto che è stato esorcizzato con il disegno di un semplice punto su una tela bianca.

Provo tanta vergogna nel mostrare quello che creo perché è estremamente intimo.

Mi fermai quindi nel primo negozio che vidi in cui potevo comprare una tela e un pennarello e creai, da li non mi fermai più.

Il mio primissimo approccio con l’arte risale alla mia infanzia, mio nonno materno era un appassionato e cantante di lirica, musica classica e opere di Giuseppe Verdi mi hanno accompagnato per tutta la tenera età donandomi lo spassionato amore per la musica.

Sottofondo immancabile delle mie creazioni.

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BAO: Come nasce il tuo processo creativo? Da cosa sei ispirato?

Cripe: Il mio percorso creativo è in corso h24/365 giorni all’anno, la mente non smette mai di lavorare alla ricerca di quesiti a cui potenzialmente non esiste risposta.

Perché viviamo? Esiste una dimensione dopo la morte?  Perché un uomo può scegliere della propria vita come se si trattasse di scegliere cosa mangiare a pranzo?

Essendo in perenne movimento il mio serbatoio di idee viene riempito facilmente, la musica è il perfetto catalizzatore per le mie creazioni.

Una volta riempito il serbatoio, lasciare andare totalmente la mano come fosse un’appendice del mio spirito diventa piuttosto naturale.

Da qui nascono le mie creazioni.

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BAO: Che rapporto pensi abbia l’autenticità nella creazione artistica? Come la vivi nel tuo processo creativo?

Cripe: L’autenticità penso sia il passo fondamentale per un processo creativo, tecnicamente è la “corrispondenza con il vero£, ognuno dovrebbe essere libero di poter esprimere, illustrare, cantare, etc. la propria verità.

Quello che creo è la rappresentazione della mia verità, come i miei occhi e il mio spirito la osservano. Come detto precedentemente, credo che arte sia creare qualcosa mai esistito prima, talmente tanto autentico da non essere mai stato pensato ne creato.

La relazione con esso è estremamente profonda, è la naturalità del mio processi creativo.

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