Cosa blocca la nostra autenticità?
Che cosa ci blocca dal divenire pienamente ciò che siamo?
Cosa blocca la nostra auto-realizzazione?
Cosa blocca la creatività?
Cosa blocca l’empatia?
Cosa ci impedisce di capirci davvero?
Sempre lui: il giudizio.
E’ naturale e insito nell’essere umano giudicare giusto o sbagliato un comportamento, un’azione, un prodotto o addirittura una persona in base a quelle che sono le regole del suo gruppo di appartenenza o i propri valori personali.
Capita anche a te?
Ogni essere umano ha bisogno sia di libertà che di senso di appartenenza, ne avevo parlato qui.
Non importa a quale gruppo sociale appartieni, vuoi appartenere o da quale ti vuoi liberare, il fatto sta che sin dai tempi dei cacciatori-raccoglitori l’essere umano ha bisogno del gruppo per sopravvivere, e ogni gruppo è caratterizzato da regole.
Possiamo essere d’accordo con quelle regole, possono essere in linea con i nostri valori, oppure possiamo andare contro le regole, possiamo desiderare di cambiarle.
“Giusto” o “sbagliato” dipendono dal nostro sistema di regole, al quale abbiamo deciso di aderire, opporci, subire, ignorare.
Quando ci relazioniamo con l’ambiente esterno, incontriamo altre persone, con il loro senso di cosa è giusto e cosa no.
Nella realtà non esiste questa distinzione netta tra giusto e sbagliato.
Come ti senti quando decidi di fare di testa tua?
Hai paura del giudizio degli altri?
Ti assumi la responsabilità delle tue scelte?
I giudizi sono pensieri. I pensieri sono creati dall’uomo, come un film.
Pensa alle religioni, alla politica: sono sistemi di credenze creati dall’uomo.
Credere alle stesse cose, dare valore alle stesse teorie, ci accomuna, soddisfa il nostro bisogno di appartenere.
La paura del giudizio degli altri blocca la possibilità di essere ciò che davvero sei.
Quando hai paura di essere giudicato, prova a fermarti e chiederti cosa ne pensi tu degli altri: ogni dito puntato in fuori, ne ha 3 rivolti verso di te, ci hai mai fatto caso?
Che rapporto hai con il tuo giudice interiore?
Sono davvero importanti per te quelle regole? Ci hai mai pensato?
Quali senti davvero in linea con i tuoi valori e quali forse rappresentano i valori della tua famiglia?
Quali senti di portare avanti? Contro quali regole lotti?
E’ difficile distinguere ciò che è vero per te da ciò che hai sentito nella tua infanzia.
Alcune cose le abbiamo mandate giù senza masticare, altre le abbiamo rifiutate con tutta la nostra forza, altre ancora le abbiamo semplicemente prese per buone, ci abbiamo creduto.
Come fa un bambino a distinguere ciò che è vero dal film di chi gli sta intorno?
Solo attraverso un lavoro di crescita personale è possibile “ripulirsi” delle idee altrui e iniziare a vedere le cose con i propri occhi.
Ma cosa vuol dire ripulirsi? Arrivare a non avere più le proprie opinioni? E il senso critico allora?
Certo che è fondamentale avere un’opinione, quello che non funziona è il credere che quella nostra idea – anche se comune a tanti altri individui – sia la verità assoluta.
Come possiamo vivere con altre culture, con altre tradizioni?
Come possiamo collaborare?
Lo strumento principale per andare oltre il giudizio, per poter davvero incontrare l’altro è l’ascolto. Ascoltati, osserva i tuoi pensieri, riconosci le tue sfumature emozionali.
Eh ma…. sospendi per un attimo il giudizio.
Prova a vedere che cosa accade se ascolti l’altro mettendo da parte per 5 minuti il tuo giudizio. Non lo perderai, stai tranquillo, non è cosi facile liberarsene! Prova ad ascoltare come stai mentre l’altro parla.
Solo con empatia è possibile capirsi per davvero.
Allenati a osservare senza giudicare, è la forma più alta di intelligenza.
Cosi come il giudizio blocca la creatività e l’adattamento creativo, blocca anche la capacità di metterci nei panni dell’altro.
Il giudizio va sospeso, sia quello negativo che quello positivo.
Lo sospendo un attimo, mi metto di fronte ad un altro essere umano.
Provaci ora.
Prova ad osservare il tuo respiro.
L’aria che entra dal naso, l’aria che esce dalla bocca.
Osserva senza giudicare, senza fare paragoni, è cosi e basta.
Troppe volte il nostro stesso pregiudizio ci impedisce di vivere l’esperienza, ci limita.
Prova a sospendere questo giudizio con apertura, curiosità, creatività.
Tanto lo so già come va a finire… tanto non sono capace, tanto io non riesco…
Quante volte ti esprimi cosi con te stesso o te stessa?
Pretese, aspettative, giudizi bloccano la tua stessa capacità di volerti bene, di accettarti.
Impara a rivolgerti a te stesso in modo più rispettoso, fidati della tua stessa capacità di evolvere. Se continui ad auto limitarti, a cazziarti, a trovare scuse e giustificazioni, non fai altro che limitare la tua stessa libertà.
Nessuno è perfetto, proprio nessuno.
Se ti giudichi ti limiti e basta, non ti concedi di evolvere.
L’auto accettazione ci permette di restare aperti di fronte alle esperienze, di vederci chiaro.
Se non ti accetti, se non ti vai bene, se il tuo giudice interiore ha sempre il dito puntato su di te, sarai sempre alla ricerca di approvazione esterna, e questo vuol dire non essere libera o libero di essere ciò che sei.
Se per te è importante l’autenticità, trova un modo di fare i conti con il tuo giudice interiore!
Quello che accade nelle nostre relazioni va di conseguenza.
Se non mi accorgo dei miei pensieri, difficilmente mi accorgo delle critiche che rivolgo agli altri. Se dentro di me penso che tutti quelli che lavorano nell’area amministrativa sono dei burocrati, anche se non lo dichiaro ad alta voce, il mio atteggiamento porterà con se questo pregiudizio e sarà difficile comunicare.
Quel pensiero limita la mia esperienza, limita la mia percezione della realtà.
Alleniamoci a sospendere il giudizio!
Alla prossima settimana, con un pezzettino di autenticità in più!