BAO: Come definiresti la tua arte? Che cosa vuole comunicare e trasmettere?
Eleonora: La mia arte è la scrittura e più precisamente la poesia. Tramite le poesie voglio comunicare il mio modo di sentire la vita, le mie emozioni, reazioni e la parte più profonda di me. Ma voglio anche trasmettere complicità al lettore, voglio fargli capire che non è solo nell’affrontare la quotidianità, che siamo simili, che è compreso e amato. Ognuno di noi prova sentimenti diversi, ma spesso ci si ritrova nella letteratura perché qualcun altro è stato in grado di scrivere quei sentimenti che noi proviamo. Io voglio essere quel qualcun altro e dare la speranza a chi legge le mie poesie che si é in grado di affrontare tutto proprio come riesco ad affrontarlo io e che ci sono altre persone che provano emozioni simili e possono aiutarci.
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BAO: Se ci sono, che difficoltà incontri oggi nel far conoscere la tua arte? Di cosa avresti bisogno?
Eleonora: Nel mondo odierno, che basa tutto sul digitale, è difficile far conoscere la mia arte perchè dovrebbe passare attraverso i social. Ormai i poeti e gli scrittori si conoscono per i post su Instagram e successivamente per i loro libri. Avere una pagina Instagram conosciuta mi prenderebbe un sacco di tempo, senza considerare che non sarei in grado di mandarla avanti. Spesso gli scrittori di poesie conosciuti sono quelli che hanno un bel feed, o scrivono frasi e poesie di senso comune. Non che io mi ritenga una grande scrittrice, ma non me la sento di modificare la mia arte per diventare un trend sui social. Nel mondo digitale manca la semplicità, la varietà e l’autenticità. Avrei bisogno di un intermediario che sappia far conoscere la mia arte per quella che è, senza doverla adattare o rimpicciolire nel contesto storico da cui proveniamo.
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BAO: Come è nata la tua passione?
Eleonora: Non ricordo il momento preciso in cui ho iniziato ad appassionarmi alla letteratura e alla scrittura. Ho un ricordo molto vivido di quando a due anni obbligavo costantemente mia madre a leggermi tutte le sere il brutto anatroccolo. Lei, lavorando anche fino a tardi, era spesso stanca e capitava che si addormentasse mentre la leggeva. Una sera, mentre si stava per addormentare,io le ho raccontato tutte le parti della storia che lei per la stanchezza si era persa. Quello è stato il momento in cui mia mamma ha capito che il “racconto” mi apparteneva. É stato, poi, un processo spontaneo. Sin dalle elementari passavo le giornate a leggere e mi sentivo compresa solo dai libri. Ho sempre visto nella letteratura uno scopo di vita, una speranza e la certezza di non poter essere abbandonata. Non ho avuto un’infanzia troppo difficile, ma non è stata facile. Avere però il conforto di un libro mi ha sempre aiutato ad andare avanti. Sapere che qualcun altro potesse capirmi così bene e salvarmi dalla realtà mi rallegrava e mi faceva sperare nel meglio. Così ho iniziato anche io a scrivere, volevo restituire alla letteratura tutto ciò che lei mi aveva dato.
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BAO: Come nasce il tuo processo creativo? Da cosa sei ispirato?
Eleonora: Ho sempre scritto per schiarirmi la mente e capire ciò che succedesse a me e intorno a me. Fin da piccola scrivere è stato per me un modo di sfogarmi e anche in un certo senso tranquillizzarmi. Mi ricordo di una volta quando a 9 anni, dopo una tremenda litigata con mia zia e mia sorella, iniziai a scrivere una poesia. Nonostante avessi carta e penna e stessi scrivendo a tutti gli effetti una poesia, era come se non mi rendessi conto di quello che stavo facendo. Mi sembrava di stare semplicemente “sputando” parole. Alla fine il risultato era una bella poesia, ma il processo di scrittura era completamente sfuggito alla mia percezione. Mentre scrivo sento come se il tempo si fermasse e restasse soltanto una piccola parte di me attiva nel processo. Prima di scrivere mi sento piena di emozioni, di ricordi, di momenti, di vite, di incontri e di storie ma appena finisco di scrivere mi sento in pace, quasi vuota. Un vuoto che mi avvolge, rilassante. È davvero una sensazione di tranquillità che non provo in nessun altro momento. Come se tutto il caleidoscopio di emozioni si fosse trasferito sul foglio e mi lasciasse una stabilità emotiva.
Per me la scrittura è un filtro con cui guardare la realtà. Ogni cosa intorno a me diviene poesia e racconto.
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BAO: Che rapporto pensi abbia l’autenticità nella creazione artistica? Come la vivi nel tuo processo creativo?
Eleonora: L’autenticità è tutto. È il faro della scrittura, almeno della mia scrittura. Io riesco a scrivere solo di emozioni che provo realmente, o immedesimandomi in un personaggio e provando quelle emozioni. Le mie poesie sono molto semplici, non hanno figure retoriche, nè rime, nè stile aulico o ingegnoso. Sono flussi di pensiero che si concretizzano nelle mie mani. Quando scrivo una poesia, non la rileggo in un secondo momento, non la riscrivo o modifico. Non ci lavoro più. Una volta scritta, ha preso respiro e la lascio vivere indipendente sul foglio. Io non mi sento la creatrice di quelle poesie. Loro hanno vita propria e tramite me prendono forma. Perciò non mi sento di avere il potere o il diritto di modificarle. L’autenticità è fondamentale proprio perchè le mie poesie sono la realtà osservata con i miei occhi, non una costruzione immaginaria di essa.