Mi fa piacere vedere che l’articolo della scorsa settimana vi abbia incuriosite! Oggi parlo al femminile che c’è dentro ad ogni essere umano, in percentuali che variano a prescindere dal sesso e dal genere. Il materno è un aspetto del femminile.
Alcune di voi sanno che il mio percorso per diventare mamma è tutto in salita. Da buona montanara lo percorro a piccoli passi godendomi le fatiche, le sudate, il dolore e i meravigliosi paesaggi. Parto da questa premessa perché negli ultimi sei anni ho affrontato il tema della maternità con sfumature ed intensità diverse: desiderio, illusione, proiezione, frustrazione, tanta frustrazione, lasciare andare, tentativi di procreazione assistita, lasciare andare ancora per poi aprirci – e sottolineo il “ci” – all’adozione.
Mi sono occupata di tutti gli aspetti emotivi, corporei, psichici del non essere mamma, della difficoltà a generare, dell’accettare il fallimento.
Circa due anni fa partecipai ad un gruppo condotto da Alessandra Callegari dal titolo:
“Maternità vissuta e non, biologica e sociale”.
Il titolo sembrava davvero adatto al momento: eravamo 10 donne, 5 madri, 5 senza figli.
Con grande naturalezza Alessandra ci ha accompagnate in un viaggio nell’energia materna, che abbiamo tutte, a prescindere dall’avere o non avere figli.
In una cultura libera, possiamo scegliere di viverla o no, di riconoscerla o no, ma questa energia è dentro di noi.
L’intenso lavoro corporeo, emotivo ed espressivo era scandito da tappe fondamentali della maternità: generare, accogliere, nutrire, curare, accompagnare ai primi passi, assistere alla crescita, lasciare andare.
Abbiamo parlato di figli?
Praticamente mai, se non per qualche condivisione delle cinque mamme biologiche presenti.
Quindi cosa abbiamo fatto? Su cosa abbiamo lavorato?
Il tema centrale di questo intenso lavoro di 4 giorni era proprio “il Progetto”.
Il mio progetto era ed è Mestieri-LAB®: una mia creatura che oggi compie 6 anni.
Notate qualche coincidenza? Da circa sei anni sono in viaggio verso l’essere mamma di bambini, ma in questi sei anni non ho avuto nessun bambino da allattare, cullare, far giocare, educare, portare a scuola, dal dottore, imparare a mangiare e a legarsi le scarpe…
L’energia materna in parte va nella coppia, nella casa, nelle amicizie, nel mio lavoro che tanto amo. Questo lo facciamo tutte no? Chi più chi meno, in base al carattere, ai gusti e alle possibilità.
Tutte le mamme che lavorano, puliscono casa, si occupano di altro oltre che dei bambini, giusto?
Quindi, fatta 100 l’energia totale di cui disponiamo, valutate voi quanta va ai bambini – e magari vedete se c’è qualche differenza in base alle fasce di età – e quanta va al resto.
Durante il lock down in tante mi avete dette che era impossibile lavorare con i bimbi in casa, giusto? Quindi l’energia che va ai piccoli è tanta, corretto?
Piccola parentesi: in questo periodo la maggior parte delle sessioni individuali hanno come tema la frustrazione dell’avere bambini piccoli e non potersi dedicare ad altro!
Tutta quell’energia li, quella dedicata ai figli, io l’ho messa in Mestieri-LAB®.
Se voglio che cresca bene, mi devo dedicare, e molto. Non posso dimenticarmi di dargli da mangiare! Ho passato tanti periodi a lavorare anche il sabato e la domenica, senza guadagnare, dovendo rifare tutto da capo. Ho sempre avuto fiducia in questo progetto, o oggi che i corsi sono online è come vedere questo figlio andare a scuola. Da un anno Elisabetta lavora con me, e spero presto di presentarvi altri meravigliosi collaboratori.
Quindi ragazze, al di là del sapersi organizzare, dell’essere brave manager, ricordiamoci tutte che fatta 100 l’energia materna, non possiamo pretendere da noi stesse di usarla sia per generare bambini che per generare progetti. Si possono fare tutte e due le cose, certo, ma in tempi diversi.
Questo a prescindere dalla distribuzione dei compiti in casa: nel momento in cui genero, porto alla luce, nutro e mi prendo cura, l’energia va tutta lì. Quando poi posso delegare allattamento e cure posso anche scegliere la carriera, ognuna fa quello che è meglio per sé, per la propria famiglia.
Sono riuscita a passarvi il concetto?