Per realizzare il nostro potenziale abbiamo bisogno di relazioni ricche di empatia, genuine.
Relazioni che ci facciano sentire supporto in modo incondizionato.
Abbiamo bisogno di stare in relazione con persone che ci ispirino a tirare fuori il meglio di noi.
Le relazioni senza empatia, quelle piene di giudizio, di pregiudizio sono invece tossiche per noi.
A volte non ce ne accorgiamo, non ce ne rendiamo conto perché siamo abituati a giudizi, sono proprio quelli che ci hanno condizionato.
Serve tantissima energia per poter rimanere se stessi nelle relazioni tossiche, è molto più facile adattarci e accettare le condizioni dell’altro.
E’ chiaro di cosa sto parlando?
Se fai fatica a vederlo su di te, pensa a chi hai intorno.
“Quando arriva il capo la mia collega cambia, si vede che fa di tutto per andargli bene…”
“Quando c’è sua moglie lo vedi che non fa battute…”
“Il bambino di fronte ai nonni non scherza mai perché crede di andare bene solo se è serio…”
Parlo di relazione nel senso più ampio del termine.
Ti ricordi quando abbiamo parlato di bisogni?
Bene, per soddisfare i nostri bisogni siamo in costante scambio tra dentro di noi e l’ambiente esterno.
Ho fame: mi relaziono con la persona che sta alla cassa del supermercato, o con chi vende la verdura al mercato, o con chi vende i semi. Anche se compro online, c’è una relazione, ok?
Ho bisogno di un lavoro, quindi mi relaziono con il mercato del lavoro, l’azienda, i clienti, i colleghi. Siamo in costante relazione.
Per ogni mio bisogno mi relaziono con il mondo esterno.
Ci sono relazioni che ci fanno crescere, maturare, e quindi ci aiutano nel nostro percorso di realizzazione. Sono le relazioni in cui possiamo permetterci di essere come siamo, senza paura di essere giudicati.
Tu con chi ti relazioni? Prova a fare una lista, nell’ultimo episodio del podcast ti suggerisco un’esercizio.
Come sono queste relazioni?
In quali senti di vivere intimità, confidenza, rilassatezza?
In quali senti presente il fraintendimento, il conflitto?
In quali senti di poterti mostrare al 100% per quello che sei?
In quali invece è meglio tenerti un po’, sforzarti, darti un tono?
Il modo in cui ci relazioniamo, la sfumatura, il tono, la quantità delle nostre relazioni e la qualità dipendono dal nostro carattere, dal nostro grado di consapevolezza e dal nostro grado di maturità.
Il carattere non si cambia, si può evolvere però.
Conoscere bene come siamo fatti ci permette di non agire in automatico vecchi schemi, ricordi di quando abbiamo parlato del pilota automatico?
La consapevolezza si allena.
La maturità si coltiva!
Come?
Con le relazioni autentiche, quelle che ci permettono di crescere, di lasciare cadere le difese, di stare in intimità, in ascolto.
E’ solo attraverso l’ascolto e l’empatia che possiamo capirci, conoscerci.
La sostenibilità è un concetto su cui insisto molto, non solo nella coppia ma in generale:
dobbiamo poterla sostenere la relazione.
La relazione autentica richiede tempo, energia, richiede mettersi in gioco. Richiede onestà. Non tutti possiamo farlo sempre, quindi va concordato, proprio come un contratto si!
Per stare in una relazione autentica abbiamo bisogno di essere connessi con i nostri bisogni sia per poterli esprimere in modo chiaro all’altro, sia per non proiettarli sull’altro.
Ognuno di noi ha i propri modi di difendersi, e finché non li vediamo e accettiamo è difficile impararne altri. Difficile, ma non impossibile. Con un buon specchio e una buona dose di coraggio possiamo vedere tutto e… non è mai troppo tardi per imparare!
Ti aspetto la prossima settimana, con un pezzettino di autenticità in più!