1 Marzo 2021

Nasciamo dotati di potenziale: da bambini siamo spontanei e autentici.
Cosi come il nostro semino di zucchine cresce e diventa una bellissima pianta di zucchine  se messo nella terra con sole e acqua, anche noi esseri umani tendiamo naturalmente verso il divenire pienamente ciò che siamo, verso l’auto-realizzazione.

Ma non è sempre cosi, e intorno a noi abbiamo tanti esempi da osservare, incluse quelle piantine che si spezzano, che non crescono, che prendono la tempesta.
E’ anche vero che a volte succedono cose meravigliose: hai presente quando cammini in città e vedi del verde spuntare dalle crepe dell’asfalto? E’ pazzesco osservare la forza della natura, della vita.

Perché facciamo così fatica ad essere noi stessi?

Oggi apriamo un capitolo enorme, alla base non solo dell’autenticità, ma del nostro modo di stare al mondo. Parliamo della struttura caratteriale.

La nostra struttura caratteriale si forma nei primi 7 anni di vita.
Si forma in risposta all’ambiente in cui viviamo e cresciamo.
Alcune delle caratteristiche che ci contraddistinguono sono innate, come il nostro temperamento, altre invece le creiamo noi per adattarci all’ambiente.

Giorno dopo giorno ci cuciamo addosso un vestitino, fatto su misura per noi.
Un vestitino che ci serve per “funzionare”, per interagire con il nostro ambiente.
Ci serve per sopravvivere.

Dopo tanti anni, quel vestitino ci sta stretto, non ci sta più bene. Non stiamo più bene nei nostri panni, ma non conosciamo altri modi di stare… hai presente quella sensazione di non sapere cosa mettere? Ecco, qui però immagina di non sapere di avere altri vestiti nell’armadio.

Quando ci accorgiamo di non funzionare bene e abbiamo la forza di chiedere aiuto, ci diamo la possibilità accelerare questo cambio armadio, di ricominciare a funzionare.

Nel podcast “Ritrova la tua autenticità” episodio “Riconosci il tuo pilota automatico”, ti racconto la storia di Amedeo. Il suo vestitino ha funzionato bene per molti anni, aiutandolo a sdrammatizzare le situazioni e ad alleggerirsi. Oggi le sue risate, le sue deflessioni, risultano inadeguate e gli creano problemi al lavoro.
Non è Amedeo come persona che non va bene, è che la risposta che ha imparato da bambino funzionava allora. Ora non funziona sempre, ne servono altre.

  1. In che modo perdiamo la nostra autenticità?
    Tutti quanti noi abbiamo sviluppato un carattere, un modo di stare al mondo. Lo abbiamo sviluppato in risposta al nostro ambiente. Quindi siamo nati puri e autentici, e giorno dopo giorno ci siamo cuciti questo vestitino da… brava bambina, monello, simpaticone, buono, perfettina… e via dicendo. Da piccoli quel vestitino ci ha permesso di crescere e di diventare grandi. Allora funzionava bene, era proprio il nostro vestitino.
    Perdiamo la nostra autenticità perché abbiamo una carattere.
  2. Come facciamo ad accorgercene?
    Ad un certo punto quel vestitino inizia ad esserci un po’ stretto. Le nostre relazioni non sempre vanno come vogliamo, a volte non veniamo proprio capiti. E’ come se mettessimo sempre lo stesso vestitino perché non vediamo gli altri vestiti che abbiamo nell’armadio. Non li abbiamo mai provati, sono nascosti. In automatico indossiamo sempre quel vestitino senza pensarci. Ce ne accorgiamo perché gli altri non ci vedono per quello che realmente siamo, vedono solo il vestitino, ok?
    Avere un carattere è inevitabile, non saremmo vivi senza.
    Essere completamente identificati in quel tratto caratteriale è limitante.
    Inizia con l’osservarlo.
  3. Come possiamo ritrovare la nostra autenticità?
    Come prima cosa iniziamo a osservare il nostro pilota automatico, iniziamo a riconoscere che andiamo avanti per inerzia, senza consapevolezza. E’ così, ho sempre fatto così e non credo proprio ci siano alternative…
    Accetta che quello li è il tuo vestitino, che ti ha portato fino a qui.
    E poi impara a conoscerti bene, scopri le alternative a quel vestitino.
    Non si tratta di buttarlo via, ma di renderlo più adeguato a te, ora.

Ritrovare l’autenticità vuol dire vedere la propria maschera, accettare che abbiamo spesso il pilota automatico per poi scoprire quali alternative abbiamo.

L’ho fatta semplice, ma spero tu abbia capito che non siamo alla caccia di chissà quale grave disturbo. Nella ricerca personale cerchiamo di portare consapevolezza, ovvero vedere, quei comportamenti da pilota automatico. Sono quelli che ci fregano. Un tempo ci hanno aiutato, oggi ci fregano. Intanto vediamoli!

Tutti quanti ci siamo adattati all’ambiente in cui siamo cresciuti: genitori, chi si è preso cura di noi, maestre e maestri, parenti e via dicendo. Siamo cresciuti sviluppando le risorse necessarie per stare in quell’ambiente li. Non è né giusto né sbagliato, ma è cosi.

Quindi… che cosa ci allontana dall’essere pienamente ciò che già siamo?

Cosa ci impedisce di essere autentici? Il nostro carattere!

Non vale forse la pena di conoscerlo questo carattere? Capire come funzioniamo? Essere consapevoli di come ci muoviamo nel mondo?
Trovi qualche spunto di riflessione nei miei articoli relativi alla mappa caratteriale dell’ Enneagramma.

Se questo per te sia sufficiente o no, non lo so!
Per anni ho frequentato gruppi di psicoterapia e meditazione che mi hanno permesso di vedere meglio questo vestitino, iniziare a riconoscerlo.

Un lavoro ben fatto sull’infanzia richiede la presenza di bravi psicoterapeuti.
Durante la formazione triennale in counseling ho partecipato ad un percorso potente sul decondizionamento dall’infanzia e, posso dirti che ne vale veramente la pena.
Contattami se vuoi saperne di più.

Solo quando ci conosciamo bene possiamo essere liberi di essere noi stessi.

Ti aspetto la prossima settimana… con un pezzettino di autenticità in più!